Un trionfo da favola

28 luglio 2015

Di ogni storia sono scritti l’inizio e la fine. Il resto ce lo costruiamo noi, veri artefici del nostro destino. Quella del Balestrate però è una favola, e come ogni favola che si rispetti ci sono i buoni e i cattivi, i sacrifici e le difficoltà. E poi c’è il lieto fine, quello che ti aspetti, che però non ci avresti mai creduto.
La storia del Balestrate inizia una tarda sera d’inverno, di quelle che hai voglia di girare e rigirare per le strade del paese, non succederà mai niente. Però quella sera qualcosa succede. C’è Cosimo Scrivano, che il calcio gli scorre praticamente nelle vene sin da quando era bambino, che discute con l’amico di sempre, Tony Cilluffo: ma è mai possibile, si chiede, che a Balestrate il calcio sia praticamente scomparso? Neanche il tempo di farla, la domanda, che il progetto è già nato. Per scommessa, sì. Subito parte il reclutamento: Scrivano e Cilluffo vogliono fare le cose per bene, non lasciano nulla al caso. La dirigenza è un mix d’esperienza ed entusiasmo. Arrivano Giuseppe Bologna, Sergio Scrivano, Pino Lo Bue. Tra squadra e società si dividono Cosimo Orlando e Franco D’Aleo. Nasce così l’Asd Balestrate. La squadra è 100 per cento balestratese, doc. Ci sono i Virzì, c’è Enrico Rizzo in porta, Nicolò D’Anna sulla fascia. Ci sono Totò Cilluffo e Peppe Cassano, che sin dall’inizio hanno spinto per fare rinasce il calcio a Balestrate: sono loro ad accendere la prima scintilla e a soffiare per accendere il fuoco giallorosso. C’è Paolo Orlando e poi c’è lui, il bomber, Lorenzo Russo, che i tifosi ribattezzano “barba nera” per quella barbaccia sempre incolta che però non gli impedisce di fare gol, tanti gol. A fine anno ne avrà realizzati dodici, praticamente uno ogni due partite.
Tutto intorno è un continuo divenire. Giorno dopo giorno il progetto diventa realtà. Dalle ceneri di un paese ormai spento rinasce l’entusiasmo per una iniziativa che ben presto coinvolge tutta la cittadinanza. Arriva persino l’inno ufficiale. È un successo di pubblico talmente straordinario che pure la Lega dilettanti non crede ai suoi occhi: rilancerà sul web la foto di uno stadio stracolmo divenuta ben presto simbolo di questa avventura. Già, lo stadio. Vi ricordate: di ogni storia l’inizio è già scritto. In questa storia, nella storia del Balestrate calcio, tutto comincia con due parole: Paolo Evola. A Balestrate è stato lui il calcio. Quando lo nomini non puoi che pensare a un pallone che rotola su un campetto. E’ a lui che viene intitolato lo stadio dove per anni ha allenato centinaia di ragazzi. Tra questi c’era anche Cosimo Scrivano, che sullo stesso terreno di gioco dove ha mosso i primi passi sta provando a costruire qualcosa di ambizioso, fondato sui veri valori dello sport. La squadra messa in piedi rispecchia in pieno quell’idea. È compatta, si batte in campo, fa della grinta e dello spirito di sacrificio le armi principali.
I giallorossi iniziano subito bene il campionato. Escono dal campo sempre imbattuti e alla settima giornata arriva il capolavoro: vittoria in trasferta per 4-3 sul campo dei trapanesi del Cinque Torri, i favoriti alla vittoria finale. È alla nona giornata che arriva la prima delusione: il Balestrate perde 4-1 contro la Juvenilia. Ma avrà tempo per prendersi la sua rivincita, in finale. Il tempo di un altro ko, a Cinisi, e per i giallorossi inizia una lunga serie di vittorie. Fino all’8 marzo, quando accade l’imprevedibile. Contro i super favoriti del Cinque Torri il Balestrate sfiora la vittoria che la proietterebbe in vetta alla classifica e deve accontentarsi del pareggio. L’arbitro concede addirittura 14 minuti di recupero, che l’unico precedente rimane un Brescia-Juve di dieci anni fa, con l’arbitro Farina che concede sette minuti di recupero che non basteranno ai bianconeri a evitare la sconfitta. I 14 minuti sono però sufficienti al Cinque Torri per conquistare il punto del pari che regalerà loro la promozione diretta in Prima Categoria. Il Balestrate è costretto allora a giocare i play off e ritrova in casa la Juvenilia. La gara è tirata, combattuta, ma ricordate? Di ogni storia è scritto l’inizio, e la fine. E il finale non poteva che essere quello: In campo Giuseppe Virzì domina la difesa, Orlando non trova di un soffio il gol, Cilluffo prova a inventare qualcosa. Ma è tutta la squadra a muoversi compatta, annullando praticamente gli avversari quasi mai pericolosi.  Poi Valenti segna un gran gol dopo una bella azione e lo stadio esplode. I tifosi sono in delirio, i nostalgici indossano le gloriose maglie di tempi che furono, non si smette mai di cantare. Al fischio finale l’invasione di campo, la grande festa. In attesa della gara che potrebbe pure regalare la coppa. C’è da giurarci, questo è solo l’inizio.


Comments

  1. benji & spakkiottino - 28 aprile 2015 at 23:53

    Tutto è compiuto.
    Grande sito e bellissimo articolo!

    Rispondi

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